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Welfare e lavoro agile: un cambiamento epocale 

Lo stato d’emergenza dettato dal Covid, che ha avuto la sua conclusione il primo di aprile, ha comportato restrizioni e misure nella vita privata e lavorativa di tutti noi, introducendo nella quotidianità la pratica dello smart working.

Da una ricerca condotta da Confprofessioni, nel 2021 l’aspetto più apprezzato dello smart working riferisce alla riduzione dei tempi di spostamento e alla percezione da parte del dipendente di avere una maggiore responsabilizzazione nello svolgimento della propria attività. Per contro, emergono anche lati negativi, tra i quali l’isolamento e lo spaesamento dettato da una condizione di ”anormalità”.

I pro e i contro dello smart working

All’infuori dall’apprezzamento o meno per lo smart working, resta certo che il fattore tempo risulta essere l’elemento che distingue il lavoro agile, grazie al quale il lavoratore può organizzare in modo differente i propri spazi professionali ed extra-professionali in modo flessibile.

Stiamo quindi assistendo ad un ribaltamento del concetto di lavoratore dipendente all’interno dell’azienda, una rivoluzione in atto che sta producendo un cambiamento radicale dei modelli organizzativi, proiettati verso il lavoro agile sia nel settore privato quanto in quello pubblico. Lo smart working, secondo Lorenzo Cavalieri Il Sole 24 ore, “responsabilizza i singoli, impone loro di relazionarsi in modo diverso, di gestire il tempo in modo diverso, di muoversi su un orizzonte imprenditoriale, dove ci si misura sugli obiettivi e sulla gestione di progetti. Non si tratta insomma di smarcare on line le proprie pratiche da casa, si tratta di abbracciare un modo completamente diverso di lavorare”.

La sfida da affrontare oggi riguarda l’esigenza di moderare vantaggi e svantaggi di una realtà che farà parte della nostra quotidianità, equilibrando i possibili riflessi negativi collegati alla socialità. Sul tema occorre una riflessione capace di attivare gli strumenti a disposizione delle aziende, che in particolare possono avvalersi del welfare per pianificare le proprie strategie. Tempo libero, sport, viaggi, cultura, tutele sanitarie e le possibilità offerte dal welfare aziendale, possono rappresentare quindi un necessario supporto nel campo del nuovo mercato del lavoro.

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